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Don Mauro Zurro: “Casoria sembra una giungla dove ognuno tira per la sua strada. Vogliamo più controllo del territorio”

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Don Mauro Zurro è senza dubbio uno dei volti più familiari per i cittadini casoriani. Gentile e disponibile, il Preposito della Basilica di San Mauro è divenuto ormai un’istituzione per la nostra città, che da anni può contare sull’impegno civico e la bontà d’animo di un sacerdote affezionato al proprio quartiere ed alla propria città. Un sacerdote da sempre vicino alla gente comune ed alle sue problematiche di cui si fa carico, facendosene portavoce anche nei confronti delle istituzioni cittadine. Ai microfoni del Giornale di Casoria, Don Mauro è intervenuto per rispondere ad alcune domande. Di ciò lo ringraziamo.
Salve don Mauro, come state vivendo la situazione coronavirus?
“Abbiamo incrementato l’assistenza ai poveri, seguiti i contagiati a casa, assistite le famiglie dove ci sono stati morti per Covid, attivate le catechesi ai fanciulli a distanza con piattaforme web, trasmesse in streaming alcune celebrazioni in diretta Facebook”.
Crede che a Casoria possa succedere quello che sta succedendo ad Arzano?
“Penso di sí vista la gravità dei contagi anche da noi. Occorre l’impegno di tutti al rispetto delle disposizioni di prevenzione al fine di evitare l’ulteriore diffusione del contagio”.
La situazione della voragine ha cambiato profondamente il volto al vostro quartiere. Cos’è mutato da quel giorno?
“Ci siamo trovati con una zona completamente morta sia per il commercio sia per le aggregazioni sociali e religiose; feste e sagre popolari”.
Le istituzioni quanto vi sono state vicino? Sono state mantenute le promesse?
“Abbiamo avuto da vari esponenti dell’amministrazione e dei vari uffici tecnici promesse in parte mantenute ma non soddisfacenti e con tanta confusione di ruoli nonostante la nostra disponibilità alla collaborazione”.
Com’è cambiata la città di Casoria in questi anni. Avverte un cambiamento in negativo?
“Certamente cambiata in negativo perché per l’aumento della popolazione sembra essere in una giungla dove ognuno tira per la sua strada e senza nessun coordinamento operativo”.
Molti giovani della città finiscono in giri sbagliati. Cosa fa la parrocchia per incentivarli a restare sulla strada della legalità?
“Abbiamo investito molto e anche economicamente  nella ristrutturazione dell’Oratorio  e nel Progetto di Legalità, Carità e Santità  per la rivalutazione di piazza S.Croce e dintorni ma purtroppo qui anche la richiesta della videosorveglianza è stata disattesa”.
Vuole lasciare un messaggio alle istituzioni?
“Si comprende il momento di emergenza che viviamo ma vorremmo più partecipazione e più attenzione ai problemi dei nostri quartieri e con più controllo del territorio per la sicurezza dei cittadini”.