Gravi, offensive ed inaccettabili sono, secondo l’Associazione nazionale magistrati, le affermazioni del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, verso i giudici del Tribunale di Roma a seguito della sentenza emessa pochi giorni fa nei confronti del primo cittadino del capoluogo Campano. Con questo giudizio di primo grado De Magistris è stato, infatti, condannato a un anno e tre mesi di reclusione con l’accusa di abuso d’ufficio a causa dell’acquisizione, quando era PM durante il processo Why Not, di tabulati telefonici riguardanti alcuni politici. Affermazioni tanto gravi che già il Presidente del Senato, Piero Grasso, ha affermato: “La legge Severino è una legge che va applicata, è stata già applicata anche ad altri sindaci. Penso sia inevitabile che sia applicata”. Il titolare di Palazzo Madama ha inoltre precisato: “Poi naturalmente ci sarà il seguito dell’appello, dell’impugnazione che potrà eventualmente dare un contorno definitivo alla vicenda”.
Anche il presidente della Giunta delle elezioni per le immunità parlamentari del Senato, Dario Stefano, conferma l’inevitabilità dell’applicazione della legge Severino: “Mi vengono segnalate interpretazioni discutibili, poco corrette a mio parere, del decreto legislativo n. 235 del 2012 riguardo alla sentenza di condanna del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Ma il testo normativo non lascia dubbi di sorta: l’articolo 11 prevede per il sindaco che viene condannato, anche con sentenza non definitiva del reato di cui all’articolo 323 C.P., la sospensione d’ufficio dalla carica”.
De Magistris, pertanto, rischia la sospensione per 18 mesi dalla carica di sindaco di Napoli. Attraverso le norme contenute nella Legge Severino, com’è noto a tutti, si è arrivati già alla decadenza dell’ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. In particolare, all’articolo 11 si prevede che: “Sono sospesi di diritto dalle cariche indicate al comma 1 dell’articolo 10, coloro che hanno riportato una condanna non definitiva per uno dei delitti indicati all’articolo 10, comma 1, lettera a), b) e c)”. Difatti, proprio alla lettera c) si prevede l’abuso d’ufficio, per il quale è stato condannato De Magistris. Da precisare, tuttavia, che la sospensione diventa effettiva solo con un intervento del Prefetto. L’alternativa sarebbero le dimissioni volontarie del Sindaco, ma De Magistris non pare pensarci minimamente. Il sindaco “arancione” ha, infatti, contestato pienamente il giudizio di primo grado e ha annunciato, durante una seduta del Consiglio comunale, l’intenzione di non mollare: “Mi chiedono di dimettermi per questa condanna, ma guardandosi allo specchio e provando vergogna devono dimettersi quei giudici. Sono fiducioso che questa esperienza di governo possa andare avanti fino al 2016. Vorrebbero applicare per me la sospensione breve, in base alla legge Severino, un ex ministro della Giustizia che guarda caso è difensore della mia controparte nel processo a Roma. E la norma è stata approvata mentre il processo era in corso”.
Di sicuro vi è da dire che nessuno può, al momento, emettere giudizi definitivi. Bisogna attendere la fine del processo. Tuttavia, chi ha a cuore la democrazia e soprattutto la legalità non può negare che un passo indietro di De Magistris, “sceso in campo” come paladino della giustizia, sarebbe segno di grande onestà intellettuale. In alternativa, il sindaco di Napoli dovrebbe accettare serenamente l’applicazione della Legge Severino e dimostrare che proprio la legalità viene, per lui, prima di tutto.