Si spacca la maggioranza alla Camera sulla discussione del disegno di legge sulla prescrizione. Anche al Senato si è registrata una divisone sulla discussione del ddl corruzione. In particolare, per quel che concerne il testo di riforma della prescrizione alla Camera, che è stato esaminato in Commissione giustizia, si prevede l’allungamento dei termini per i reati di corruzione che possono arrivare a 18 anni, mentre prima della legge Severino il reato di corruzione si prescriveva in 7 anni e mezzo dopo, con il decreto legislativo 31 dicembre 2012 n. 235, in 10 anni. Questa proposta non è affatto piaciuta ad Alleanza popolare, formata da Udc e Ncd. Le due forze politiche hanno, pertanto, votato contro definendo assolutamente inammissibili questi tempi in un Paese civile. Anche da parte del Movimento 5 Stelle c’è insoddisfazione perché, pur ritenendo questo un passo in avanti, si ritiene sia necessario giungere a delle normative molto più severe. Tutti gli emendamenti presentati dai grillini, infatti, sono stati bocciati dal Pd. Il movimento di Grillo ha, quindi, deciso di astenersi. La modifica è stata comunque approvata in Commissione grazie al voto favorevole di Pd, Scelta Civica e Sel.
In Senato, invece, slitta l’esame del disegno di legge sulla corruzione. Lo stallo riguarda l’emendamento per il falso in bilancio che soprattutto il mondo delle imprese chiaramente non vorrebbe. Ostacoli potrebbero poi esserci anche all’interno della Commissione stessa, dove alcuni esponenti del Pd potrebbero non votare in linea con le decisioni del partito. Infatti, alcuni del Pd hanno criticato la proposta di Orlando di ridurre le pene, da 2-6 anni a 1-5 anni di carcere, per le società non quotate in borsa. Una conseguenza di questa modifica potrebbe, infatti, portare all’impossibilità dell’uso, da parte degli inquirenti, delle intercettazioni, che sono limitate a quei reati di cui la pena può superare i 5 anni. I lavori al Senato slittano, quindi, al 17 marzo. Tuttavia, su questi punti è chiara la posizione del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per il quale deve essere indubbiamente salvaguardata una “specificità” dei termini di prescrizione che riguardano proprio i reati di corruzione. Una novità, all’interno di questo quadro di riforma, dovrebbe riguardare anche la sospensione. Nello specifico, si sospenderebbe il decorso dei termini di prescrizione a partire da qualunque sentenza di condanna non definitiva, fino a due anni.
Infine, a smorzare i toni nelle ultime ore e a smentire una possibile spaccatura all’interno della maggioranza, ci ha pensato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, per il quale una soluzione sarebbe abbastanza vicina e raggiungibile in tempi brevi. Eppure non sono esclusi colpi di scena nelle prossime settimane. Non sono pochi a sostenere l’idea di un possibile rimpasto di governo, su cui Matteo Renzi starebbe lavorando già da tempo.