Ecco ciò che è riportato nella relazione sul primo semestre del 2016, presentata al Parlamento dalla Direzione Investigativa Antimafia, che ha sedi in tutt’Italia, Napoli compresa. “Nell’area settentrionale della provincia di Napoli gli assetti criminali appaiono dinamici, con la gestione del mercato degli stupefacenti che rappresenta il principale motivo delle frizioni che si sono registrate anche nel semestre. Rimane pregnante, in alcuni territori, la presenza del clan MOCCIA di Afragola, attraverso gruppi collegati. Analoga considerazione può essere estesa alle famiglie MALLARDO e NUVOLETTA – POLVERINO che, nelle rispettive zone di influenza, manterrebbero il controllo delle attività illecite. Più in fermento l’area di Melito, dove opera il clan AMATO-PAGANO: nel periodo in esame sono stati uccisi alcuni affiliati al sodalizio. Si tratta di omicidi che vanno ricondotti, da un lato a logiche di riassestamento interno, dall’altro a contrasti con i gruppi ABETE-ABBINANTE-NOTTURNO, presenti nella confinante area nord di Napoli, già in passato contrapposti agli AMATO-PAGANO. L’influenza dei sodalizi della citata area nord di Napoli (gruppo VANELLA-GRASSI) continua a registrarsi a Casavatore (confinante con i quartieri cittadini di San Pietro a Patierno e Secondigliano), comune in cui opera anche la famiglia MOCCIA di Afragola. Referenti di quest’ultimo clan controllerebbero anche i comuni di Casoria, Cardito, Carditello, Frattamaggiore, Frattaminore. Da segnalare, sui comuni di Afragola e Casoria, tra i mesi di gennaio e marzo una serie di gambizzazioni di pregiudicati implicati nella gestione delle piazze di spaccio: tali episodi potrebbero costituire parte di un unico disegno criminoso, teso a modificare gli equilibri nello smercio delle sostanze stupefacenti.” Fin qui gli scenari criminali disegnati dalle attività investigative dell’Organismo interforze che si occupa dello studio degli intrecci criminali nel nostro Paese. Uno scenario che appare, purtroppo, superato dalla cronaca nera. La feroce uccisione dei due ras del contrabbando avvenuta nei giorni scorsi nelle campagne di Afragola, appare come un segnale pericoloso dello scontro all’interno dei clan criminali che si contendono il predominio degli affari illeciti nelle nostre zone. Una morte orrenda, quella subita dai due boss del contrabbando dei quali uno di Casoria. Sequestrati e sgozzati in maniera atroce. Dopo, fatti a pezzi ed abbandonati in grossi sacchi. Uno sgarro probabilmente nell’ambito del commercio illecito di sigarette di contrabbando che ha ripreso vigore da qualche anno a questa parte. Basta farsi un giro per Casoria e zone limitrofe per notare che ad ogni angolo di strada appare un banchetto di vendita delle bionde estere, spesso confezionate con tabacchi non controllati e quindi ancor più dannosi per la salute, di quelli ufficiali. Ma la crisi economica, costringe i fumatori a risparmiare. Quindi ecco l’impennata di vendita delle sigarette di contrabbando che costano la metà di quelle di monopolio. Poi c’è la piaga delle estorsioni che riguarda da vicino la città di Casoria. Finanche sui lavori commissionati dall’Ente comunale per la manutenzione delle scuole cittadine. Infatti proprio il Sindaco Fuccio direttamente, ha denunciato ai carabinieri a fine gennaio un tentativo di estorsione subito dalla impresa che si stava occupando dei lavori di manutenzione straordinaria della facciata della Scuola Mitilini. Un fatto gravissimo che è più di un segnale di una tendenza che rende ancora più difficile l’attività d’impresa su di un territorio già colpito dalla gravissima crisi economica che investe la Campania. Ma la presa della criminalità organizzata sul nostro territorio appare sempre di più opprimente. Rapine, scippi, furti d’auto, truffa dello specchietto: insomma l’intero campionario delle attività criminali compromettono la sicurezza e la tranquillità dei cittadini e dei commercianti. Tant’è che lo stesso primo cittadino casoriano insieme all’Assessore Esposito nel mese di gennaio incontrava i vertici delle Forze dell’ordine, insieme al Prefetto di Napoli, proprio per sollecitare un più stringente controllo del territorio casoriano. Nel comunicato stampa, che Noi abbiamo puntualmente pubblicato si scriveva di una futura azione congiunta di pattuglie interforze composte da carabinieri e vigili urbani. In attesa della famosa videosorveglianza: tante volte declamata dall’attuale e dalla passata amministrazione, ma mai realizzata. Finora però a parte un intervento congiunto dei Vigili urbani e dei carabinieri per debellare la piaga delle scommesse clandestine effettuate nelle numerose sale giochi disseminate in città, non si è avuta più notizia di azioni interforze. Ma soprattutto in giro non si vedono pattugliamenti congiunti del territorio da parte di carabinieri e vigili. Insomma uscire la mattina di casa e tornare la sera senza subire l’assalto della criminalità predatoria per i cittadini casoriani, significa appellarsi alla protezione del santo protettore (San Mauro), più che a quella dello Stato di diritto.
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