Casoria. “Liberi nella legalità… per non dimenticare!”

20140626_180706[1]«Manifestazioni come questa aiutano a risvegliare le coscienze, ci fanno ripensare al nostro contributo per migliorare le cose e a come contrastare ciò che non va. Certo, non possiamo fermarci a questo!». Con queste parole don Aniello Manganiello – per anni parroco di Scampia, impegnato per la legalità con la sua associazione ‘Ultimi’ – ha voluto far riflettere i cittadini convogliati giovedì 26 giugno, in Largo San Mauro per l’iniziativa “Liberi nella legalità”.
Il presidio Afragola-Casoria di Libera, insieme con la comunità parrocchiale di San Mauro Abate, ha organizzato una serata di riflessione e di ascolto in memoria delle vittime innocenti della camorra, ma soprattutto di impegno nei confronti di un territorio, come quello casoriano che, seppur in piccolo, viene macchiato di morte, di rapine, di violenze e di mancato rispetto. Non a caso la scelta del luogo della manifestazione, dove solo due anni fa veniva ucciso da un proiettile vagante Andrea Nollino, titolare del bar di Largo San Mauro. Ma in tanti si sono riuniti davanti la Basilica per ricordare tutte le vittime, non solo della camorra, ma della brutalità e dell’indifferenza dell’uomo: l’edicolante Antonio Coppola, l’anziana Emilia Parisi, il giovane Stefano Ciaramella, il vigilantes Gerardo Citarelli, il piccolo Andrea Esposito, il barista Sergio Esposito, e molti altri rinchiusi nel dimenticatoio e sottratti alla vita, alla giustizia e alla verità.
Da qui una richiesta ben precisa partita da Maria Saccardo, responsabile del presidio Libera Afragola – Casoria, e diretta al primo cittadino Vincenzo Carfora: la realizzazione di un osservatorio di legalità e sicurezza, e un tavolo permanente con incontri programmatici sulle tematiche che toccano maggiormente il nostro territorio. Insomma, per operare e non stare a guardare! Un laboratorio di dialogo, confronto e di impegno operativo che vedrà insieme le associazioni, le cooperative, i sindacati e gli altri gruppi attivi a Casoria. A legalità e sicurezza va aggiunto un terzo elemento per Gennaro Laudiero, coordinatore del movimento di lotta per il lavoro di Casoria, il «lavoro, perché solo facendo attività e creando occupazione, si possono porre le condizioni per una società diversa».
Rivendicazioni e tematiche forti che non potevano prescindere da quel lutto cittadino che avrebbe, l’indomani, visto migliaia di persone nel dolore ma in preghiera per la perdita del giovane tifoso Ciro Esposito, a cui lo stesso don Aniello dedica un pensiero: «Mi ritornano le parole di una canzone che cantavo in oratorio “Fratello, se per me il sole si oscurerà, ti prego di vivere per me”. Ciro non ha pensato a se stesso!» – continua lanciando un chiaro segnale ai presenti e ai familiari delle vittime raccolti in Largo San Mauro – «È naturale, in alcune situazioni, vivere momenti di rabbia e di vendetta, ma bisogna fare spazio alla razionalità e alla riflessione. Di grande esempio la religiosità, il senso di pacificazione interiore della madre e della famiglia di Ciro, che da subito hanno scelto la strada del perdono. – e conclude – È un invito a bandire la violenza, e a portare quella pace che predispone le persone al bene.».


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