Casoria. “L’eredità di Enrico Berlinguer”: un titolo o una domanda?

berling“Era una persona per bene. Era una brava persona!”, ha esordito il segretario generale CGIL Napoli, Federico Libertino nel suo intervento sul grande Enrico Berlinguer. Protagonista storico del nostro bel Paese, Berlinguer è stato posto al centro di riflessioni, dibattiti, opinioni, celebrazioni ma anche critiche costruttive giovedì 5 giugno, nella sala conferenze dell’ISIS A. Torrente.
Un’esposizione di foto e una documentazione storica sulla sua figura – da frasi passate alla storia alla falce e il martello su sfondo rosso poste a lato della sala – hanno fatto da cornice: tutto rispondeva al titolo dell’evento “L’eredità di Enrico Berlinguer”.
Correva l’anno 1972, quando Berlinguer ricevette il mandato di Segretario generale del Partito Comunista Italiano. La storia di un personaggio che ha caratterizzato la vita di molte persone, a lui vicine ma soprattutto a quanti da lontano erano ‘vicini’ a quei valori e a quel modello.
Federico Libertino ne ha ripercorso i tratti che hanno distinto la sua figura, nella quotidianità e nel suo operato politico: una persona autonoma, indipendente e chiara nei rapporti che instaurava a livello istituzionale, accusata di ‘moralismo’ esclusivamente per il fatto che etica e politica non venissero mai scisse nel suo modo di agire. Era un uomo che sosteneva la lotta civile e democratica non violenta contro il terrorismo e che stava con lo Stato anche solo per poterlo cambiare. «Con lui, la mia generazione ha creduto – e io credo ancora – che la politica fosse una cosa bella. Quella con la ‘P’ maiuscola. Quella per cui si può dare tutto, senza chiedere in cambio nulla. Era un modello di società!» ha fermamente asserito Libertino, «E la sinistra, se davvero vuole rifiorire, ha bisogno di quelle radici che caratterizzano la mia storia, e quella di una parte di questo Paese».
A tutto questo, il prof. Biagio De Giovanni, filosofo e politico, ha accompagnato una domanda “ma qual è l’eredità di Berlinguer?”, mostrando la difficoltà nel definire il retaggio di personaggi di grande rilievo storico. Ha voluto lanciare diverse provocazioni, ponendo l’accento anche sui lati problematici che hanno segnato la figura di “capo carismatico” quale è stato Berlinguer, che «è stato in grado di unire pezzi di Paese, come lo stesso Pci che ha fatto di una plebe un popolo, una comunità civile».
Ripercorrendo la storia e l’operato tortuoso di un partito come quello comunista, e che a suo modo ha inciso sulla democrazia italiana, sono sorti inevitabili interrogativi sul nostro tempo e sulla situazione politica attuale. Perché la democrazia italiana è più corrotta di altre? Come mai la Costituzione più bella del mondo ha prodotto il Paese più ingiusto dell’Occidente?
Riflessioni che hanno trovato una piccola risposta negli interventi di chi quell’eredità l’ha vissuta sul territorio casoriano e ne ha fatto uno stile di vita e una lotta operaia: in ‘libertà e uguaglianza’ sta la “ricetta” del sig. Aniello Borrelli perché solo «da questo bisogna ripartire per migliorare e fare qualcosa per il Paese», mentre il sig. Antonio Siniscalchi ritrova nella classe giovanile la «punta di diamante in grado di unire e rendere più giusta la società», ma con il supporto e l’esperienza dei più adulti. Aspirare ad un Paese perfetto è il sogno di tutti, ma partire dall’impegno di cittadini a Casoria può essere un primo passo?

L’iniziativa è stata promossa dal Club Socio-Sportivo-Culturale Enrico Berlinguer, in collaborazione con il Comune di Casoria e con la funzione pubblica CGIL – Area Nord di Napoli.
Hanno presenziato il sindaco di Casoria, Vincenzo Carfora, e gli Ass. Luisa Marro e Pasquale Tignola. L’incontro, introdotto da Emanuele Tanzilli, caporedattore di Libero Pensiero, è stato moderato dal dirigente scolastico Giovanni De Rosa. Sono inoltre intervenuti: Gennaro Esposito, presidente Club Berlinguer; Andrea Cozzolino, europarlamentare PD.


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