In occasione dell’incontro di venerdì scorso organizzato dal sindaco uscente di Casavatore, Sannino, egli ha voluto porgere l’ultimo saluto alla cittadinanza di Casavatore presso “Le Suore Del Divino Zelo” promuovendo un convegno dal titolo: “Cosa volevo fare, cosa ho fatto… cosa non mi hanno fatto fare”, in cui sono intervenuti i massimi esponenti regionali, provinciali e nazionali del Partito Democratico e del Partito Socialista. L’ex primo cittadino di Casavatore, mostrando tutta la sua disponibilità ha concesso al termine dell’incontro, un’intervista a noi de: “Il Giornale Di Casoria” rispondendo ad alcune domande in merito a quanto avvenuto in questi giorni. Ecco quanto raccolto dalle sue dichiarazioni: alla luce dei recenti avvenimenti.
Sindaco come se lo spiega ciò che è accaduto? Lei aveva avvertito qualcosa? Sospettato qualcosa?
“Assolutamente no! E’ stato solo un attentato, che compagni di partito hanno deciso di fare alla città di Casavatore”.
Ora cosa pensa di fare? Quali sono i passi successivi che lei ha in programma o intende adottare? Rientra nei suoi piani restare nella scena politica oppure sta covando l’idea di abbandonare e quindi di defilarsi completamente?
Faccio politica da quando avevo 10 anni. Continuerò a dare il mio contributo alla città, no nelle vesti di sindaco ma nelle vesti di compagno e amico dei partiti per dare un aiuto a questa città. Poi mi pare da come ha potuto notare anche lei stasera, che i risultati siano confortanti, un grande affetto e una grande partecipazione.
Quindi da come si può evincere da queste parole lei non è intenzionato a ricandidarsi?
Guardi la persona non conta mai, conta il progetto e l’idea che sia di città. Cosa che tutti gli amici riterranno di fare, io sarò a disposizione degli amici, della città e dei compagni per il ruolo che sceglieranno di fare. Non ho alcuna pretesa e né velleità di esprimere un ruolo decisivo, voglio stare nel gruppo.
L’esperienza, anche se breve come sindaco di Casavatore, che cosa le ha insegnato?
Mi ha insegnato che ci vuole tanto rispetto, tanta fatica, tanta educazione e tanta voglia di darsi per gli altri. Credo che noi l’abbiamo interpretato bene e per questo motivo ce ne siamo andati a casa.
Che cosa è riuscito a realizzare nel suo programma, inteso come campagna elettorale? Se dovesse tracciare un bilancio della sua gestione, secondo lei quali risultati ha conseguito?
Credo che noi abbiamo fatto tantissimo, dall’Isola Ecologica al Palazzetto dello Sport, al rifacimento della piazza più antica del paese. Ma soprattutto a far risorgere l’associazionismo sul territorio, la cultura della partecipazione, la volontà di legalità e l’espressione dei cittadini a parlare col sindaco della città. Abbiamo fatto di tutto e di più, abbiamo ritenuto di dare la nostra parte, i cittadini ci stavano riconoscendo e questo non ha fatto piacere ai notabili.
Di recente ha asserito che per il 1 marzo prossimo, in occasione del primo biennio della sua amministrazione comunale, avrebbe voluto organizzare una riunione con tutti i cittadini proprio per discutere e confrontarsi con loro sul programma svolto da lei, ora cosa si sente di dire al popolo di Casavatore?
Guardi il resoconto già l’abbiamo fatto nella città di Casavatore, come accade nelle altre città d’Italia; volevamo ripeterci ogni anno, non ci è stato consentito, troveremo altre forme di comunicazione con la città.
Cosa avrebbe potuto realizzare semmai le avessero concesso l’opportunità, la possibilità di proseguire nel suo mandato?
Avrei portato a termine ciò che è iniziato, niente di più e niente di meno, spingendo sempre sulla leva della cultura e della legalità.
Cosa si sente di dire a quei singoli che le hanno tolto questa possibilità?
Nutro un enorme dispiacere perché sono degli amici, persone con cui ho avuto il piacere di averci a che fare.
Si è sentito tradito?
No, in realtà si sono traditi se stessi mandando a casa il sindaco che loro avevano contribuito ad eleggere hanno tradito se stessi, sono profondamente addolorato e amareggiato per loro.