La vitamina D è nota per la capacità di mantenere in salute le ossa. Le fonti attraverso cui il nostro corpo assume la vitamina sono essenzialmente alimentazione ed esposizione al sole. È davvero così importante non andare in carenza di vitamina D? Nei bambini tale carenza porta al rachitismo. Negli adulti ad un aumento dei casi di depressione. Ostacola il buon funzionamento del sistema immunitario, da cui discendono: artride reumatoide, diabete di tipo 1, Lupus. Importanti rischi anche per il cuore. Secondo i ricercatori dell’ospedale Maggiore della Carità dell’Università degli studi del Piemonte chi è carente di vitamina D (livelli inferiori a 20ng/mL) ha un alto rischio di sviluppare coronopatie, patologie delle arterie coronariche. Gli esperti raccomandano una esposizione giornaliera di almeno venti minuti. La rivista medica dell’American Accademy of Neurology pubblica uno studio secondo il quale gli adulti con carenza di vitamina D hanno un rischio che va dal 65% al 100% di sviluppare demenza, pesanti degenerazioni cognitive. È forte la correlazione tra bassi livelli di questa vitamina e Alzheimer. Sarebbe opportuno verificare i nostri livelli di vitamina D. chi è carente deve cambiare stile di vita, trascorrere del tempo all’aperto e in extrema ratio assumere integratori. Se non viene prodotta dall’organismo a causa di scarse esposizioni al sole, la vitamina può essere introdotta facendo ricorso all’olio di fegato di merluzzo, nel pesce e nelle uova, anche se in minori quantità. È un problema da non sottovalutare, data la natura devastante delle sue conseguenze. Come accorgersi se c’è un problema di questo tipo? I sintomi sono spesso così lievi e sottili da non destare campanelli di allarme. Tra i più comuni: tachicardia, tristezza, che potrebbe essere dovuta a livelli altrettanto bassi di serotonina, sudorazione delle mani. Le degenerazioni mentali sono più impegnative da gestire, è bene correre subito ai ripari.
