Un pasticcio enorme, tanto più odioso perché costato vite umane, è quello che ancora una volta il Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute ha provocato per la modalità tardiva in cui prende una decisione sui vaccini anti-Covid.
Il vaccino AstraZenaca sarà consigliato solo agli over 60. Addirittura anche gli under 60 che hanno già fatto la prima dose con Astrazeneca dovranno fare la seconda dose di un vaccino rMNA da somministrare dalle 8/12 settimane dalla prima dose.
Una decisione presa dopo la morte della giovane Camilla, 18enne genovese vittima di trombosi dopo la somministrazione della prima dose di Astrazeneca. Un caso che nuovamente ha riportato alla mente le altre morti per trombosi che la scienza si è subito affrettata a definire “rare” ma andate a spiegarlo ai parenti dei morti perché se è vero che non è accettabile morire di Covid, lo è ancor di più morire cercando di restarne immuni.
Ma sono diversi i presidenti di regione, per primo Enzo De Luca, che esprimono perplessità sul mix di vaccini – addirittura De Luca chiude a tutti i vaccini a vettore virale – perché non esiste alcuna valenza scientifica sulla loro efficacia e soprattutto sulle conseguenze.
La conseguenza sarà un nuova perdita di fiducia da parte della gente che avrà ricadute inevitabili su tutta la campagna vaccinale. Troppe le incertezze che sicuramente sta facendo emergere in maniera palese tutta l’incapacità tecnico-scientifica di questi “esperti”.
È criminale sottoporre a tali rischi trombotici una popolazione potenzialmente poco a rischio per il Covid, penso ai giovani, solo per giustificare una presunta efficienza nella gestione dell’emergenza sanitaria. In questo il silenzio del Premier Draghi è penoso.
Un altro macello a Casoria l’hanno combinato l’Amministrazione comunale, l’Ospedale dei Camilliani e l’Asl Napoli 2 Nord. Dopo l’annuncio dei dirigenti del nosocomio casoriano che le vaccinazioni erano una fardello per le attività principali dell’ospedale ecco che arriva il dietrofront che fa annunciare via social al sindaco Raffaele Bene la ripresa in questa settimana delle iniezioni di vaccino.
Un ginepraio innescato dall’assurda decisione dell’Asl di chiudere il centro vaccinale aperto a via Primo Maggio. Se è vero che l’Amministrazione comunale era stata invitata a trovare altri luoghi – e non lo ha fatto – non è giustificato lo stop dei vaccini presso il suo poliambulatorio.
Occorre subito trovare un rimedio perché le inefficienze a livello statale e locale costituiscono un favore al virus che solo nei vaccini – quelli sicuri al 100 % – trova un ostacolo alla sua diffusione.
Occorre riaprire subito il poliambulatorio di via Primo Maggio e individuare altri luoghi idonei, fossero anche le scuole, ormai chiuse per le lezioni. Anche se presto dovrebbero arrivare in soccorso le farmacie dove, generale Figliuolo e co. permettendo, presto ci si potrà vaccinare.
Così, la presenza in un territorio del centro vaccinale non sarà più interpretato come un dato politico indicante chi amministra meglio.
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