È finito in rissa il congresso regionale dei Giovani Democratici della Campania, l’organizzazione giovanile del Partito Democratico che conta, in tutto il territorio nazionale, circa 29mila iscritti e in Campania circa 4300. Il congresso – convocato in tempi strettissimi – era in svolgimento nella città di Napoli nella sede regionale del Pd in Via Santa Brigida, ed era stato convocato (dopo il nulla di fatto della scorsa settimana) per il rinnovo della segreteria regionale, in seguito alle dimissioni presentate da Antonella Pepe lo scorso dicembre. Già prima dell’inizio dei lavori, tuttavia, durante la mattinata del 17 marzo, ben 2300 iscritti si erano dichiarati – in una lettera aperta – pronti a lasciare l’organizzazione perché in disaccordo con la composizione della platea dei delegati chiamati a votare: “Siamo chiamati tutti a una decisione drastica e dolorosa. Lasciare l’organizzazione che, con amore e dedizione, abbiamo costruito in questi anni, anche a causa di un Pd della Campania che, anziché porsi come elemento terzo ed imparziale, ha deciso di non ascoltarci”. A riunione iniziata, poi, con la presenza di Michele Masulli per la Commissione di garanzia nazionale, sono partite le dure proteste, con urla e spintoni. La “partita” doveva essere giocata da due candidati: Pasquale Stellato, che è il vicesegretario del Pd della città di Caserta, e Francesca Scarpato, fidanzata di Marco Sarracino, candidato alle primarie del centrosinistra per l’elezione a Sindaco di Napoli e segretario provinciale dei Giovani Democratici della città. Per la mancanza di un accordo e nell’ impossibilità di procedere con i lavori, il congresso è stato sospeso e rinviato, nonostante i tentativi (a tratti comici) da parte del delegato nazionale Michele Masulli di far votare i presenti, passando da una stanza all’altra della sede regionale del Pd. C’è chi ha parlato delle divisioni per le primarie a Sindaco di Napoli, chi ha riportato invece comportamenti scorretti e ingiustificate respinte di alcuni delegati che sostenevano la Scarpato, altri che hanno “denunciano” presunte manipolazioni direttamente da Roma. Sta di fatto, in ogni caso, che il Pd continua a vivere momenti di tensione e divisione non solo a livello nazionale e tra i “grandi” ma anche tra i giovani che, presto o tardi, saranno chiamati a responsabilità e decisioni ben più rilevanti.