Caivano. “L’orco è qui, chi sa parli”, così la madre della bambina trovata morta sul selciato del Parco Verde.

20141015_95635yuUn giorno d’estate. Una bambina morta sul selciato. Tanti che mormorano, ma nessuno che si esponga davvero. Omertà, paura o indignitoso protagonismo? E’ il 24 giugno scorso quando Fortuna Loffredo, bimba di 6 anni, viene ritrovata morta dopo essere precipitata nel vuoto nei pressi dell’ isolato 3 del Parco Verde di Caivano.  Manca la scarpina al piede destro e questo desta ancor più terribili sospetti. Secondo quanto emerso dall’autopsia, la piccola era stata vittima di abusi. Non solo, la perizia li circoscriverebbe in un periodo di tempo che parte da due mesi prima della morte. Al momento, viene esclusa l’ipotesi dell’unificazione del fascicolo sulla morte di Fortuna con quello sulla morte di Antonio, 3 anni, fratello di un’amica di giochi della innocente martire, avvenuta un anno prima nella stessa palazzina. Cercare di comprendere chi abbia abusato di Fortuna è l’ intento unico dei magistrati di Napoli Nord che stanno esaminando, con l’aiuto di un esperto, i suoi disegni, sequestrati nelle scorse settimane a scuola e a casa. Il pm titolare dell’inchiesta, Federico Bisceglia, sta ascoltando alcuni amichetti della piccola nel tentativo di capire se Fortuna avesse confessato loro paure o disagi. Gli incontri tra il magistrato e i bambini si tengono nella scuola elementare, alla presenza di uno psicologo, di un assistente sociale e dei genitori. Il sospetto della Procura è che Fortuna fosse caduta vittima di un giro di pedofilia. Atroce sospetto condiviso, anche, dalla madre di Fortuna, Domenica Guardato, la quale, all’Agenzia Ansa, ha espresso il suo tormento: “Voglio giustizia, e se non me la danno me la faccio da me. Preferisco andare in galera ma sapere che il mostro non può nuocere più”.“Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Chi sa parli”. L’ asfissiante omertà della gente del quartiere è stata denunciata fin dalle prime ore dagli inquirenti. Secondo il procuratore Francesco Greco, poche persone si sono fatte avanti per testimoniare, rendendo, per di più, dichiarazioni non attendibili. Investigatori e familiari della bambina auspicano che, presto, qualcuno abbia il coraggio di svelare tasselli illuminanti di questa tragedia ammantata di fatalità. Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano divenuto in questi anni il simbolo della tutela del territorio dagli avvelenamenti e della strenua lotta contro ogni forma di illegalità, lanciò un accorato appello nel corso dei funerali della bimba: “Chi sa parli, davanti a Dio e davanti agli uomini. Si tratta di un caso molto strano, nel quale molte cose non tornano”.


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