“Lì dove c’era l’erba ora c’è una città…”. La famosa frase di Adriano Celentano in “Il ragazzo della via Gluck” sembra quasi essere stata invertita dall’iniziativa attuata durante la Giornata Nazionale degli alberi, lo scorso 21 novembre a Giugliano: lì dove c’era cemento e soprattutto rifiuti ora predomina il verde.
E’ il Bosco delle Caldaie, progetto nato dalla collaborazione tra il Comune di Giugliano ed il comitato Parchi per Kyoto, onlus costituita da Federparchi-Europarc Italia, Kyoto Club e Legambiente, con il contributo di Afi.Ge e Afi.Pi, Associazioni Formazione Idraulici di Genova e Pisa ed il sostegno del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale (Asi) della provincia di Napoli e del Consorzio Imprenditori di Giugliano.
Luogo di discariche, legali ma soprattutto illegali, di roghi e di sversamenti di rifiuti tossici ed industriali provenienti dal Nord, nella vasta area compresa tra la località Ponte Riccio e Masseria del Pozzo, nasce oggi, anche grazie all’aiuto di un Nord diverso, un grande bosco di 500 pioppi, capaci di crescere anche su terreni degradati ed in grado di depurarli.
Con la supervisione scientifica dell’Università Federico II, gli alberi sono stati piantati in dieci cerchi concentrici su un terreno di diecimila metri quadrati per compensare 350 chili di anidride carbonica. E’stato scelto il pioppo clone Ballottino, un ibrido originatosi spontaneamente tra l’autoctono pioppo nero ed il pioppo canadese, noto per la sua adattabilità a terreni differenti e alla carenza idrica, resistente alla defogliazione, al vento e ai parassiti.
Il Bosco delle Caldaie prende nome dall’iniziativa dalle associazioni di formazione tecnica degli Idraulici di Pisa e di Genova, alle quali aderiscono oltre 300 imprese locali, che si sono impegnate a piantare un albero per ciascun cliente che ha deciso di sostituire la vecchia caldaia con una caldaia a migliore efficienza energetica, versando il contributo di 30 euro ad albero.
E’ un modo per ridare dignità a questi territori ma anche una sorta di “risarcimento” per chi ha subito l’inquinamento di altri. Per il professore del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, Massimo Fagnano, questo progetto di Giugliano rappresenta un contributo importantissimo dal punto di vista simbolico ed educativo in quanto restituisce dignità ai nostri paesaggi, trasformando un’area incolta, oggetto di continui sversamenti, in un bosco, dimostrando che le istituzioni ed i cittadini possono ripristinare la legalità e la qualità dell’ambiente.
Proprio in un anno orribile per la devastazione del fuoco che ha distrutto un’ampia area del patrimonio naturalistico campano, nell’area del Parco Nazionale del Vesuvio, è questa un’iniziativa non solo simbolica ma fondamentale contro il dissesto idrogeologico, per
proteggere le falde dalla percolazione dei contaminanti e per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.