La scrivente ASSOIMPREDIA, associazione datoriale delle imprese operanti nel settore del verde e della tutela ambientale, fa seguito alla propria nota del 30 marzo 2020, ha inviato ieri un’altra lettera al Governo, a Conte, Patuanelli, Boccia, De Micheli,Costa, Bellanova, Regioni ed ANCI, nella quale abbiamo di nuovo richiesto l’inserimento del Codice ATECO 81.30.00, Cura e manutenzione del paesaggio (inclusi parchi, giardini e aiuole) tra le attività non soggette a sospensione.
Ci risulta che analoghe istanze sono state inoltrate da altre realtà associative e imprenditoriali che operano nel nostro settore; la nostra istanza è stata sostenuta anche da Confindustria – Cisambiente .
Molte Amministrazioni, centrali e locali, nella consapevolezza dei danni irreparabili che il blocco delle attività sta arrecando al patrimonio verde urbano ed extra urbano, hanno autorizzato il prosieguo di un ristrettissimo numero di lavorazioni, considerandole servizi essenziali e di pubblica utilità (si vedano, solo per esemplificare, Parere Ufficio legislativo MIBACT Prot. 8605/30.30.2020 1 aprile 2020; Ordinanza Regione Veneto n. 37 del 3 aprile 2020 punto 3, lettera B); disposizioni dei Comuni di Roma, La Spezia, Cagliari, ANAS vari Dipartimenti, Concessionarie Autostradali), ovviamente in misura estremamente limitata stante il blocco del Codice ATECO di riferimento.
Notizie di stampa rendono noto che il Governo, nel contemperamento delle molteplici esigenze del Paese in questo drammatico momento, sta predisponendo nuovi provvedimenti che prevedono la mirata e graduale ripresa di alcune attività produttive a far data dal 14 aprile 2020 nel rispetto della prioritaria esigenza della tutela della salute dei cittadini.
In tale contesto, ribadisco – dichiarano il Presidente Gianluca Bartolini e il Segretario Alberto Patruno – che la nostra richiesta che il codice ATECO 81.3 venga inserito tra le attività non sospese.
Le motivazioni già rese note aggiungiamo che:
a) Il perpetrarsi del blocco delle manutenzioni fino al 4 maggio p.v. – data ormai universalmente indicata come successivo step rispetto a quello del 14 aprile – renderebbe i pregiudizi già arrecati al patrimonio gravi e, in alcuni casi, irreparabili se non a costi elevatissimi, danni che sarebbero evitati sostenendo le sole spese ordinarie e già programmate;
b) Le nostre attività, per le modalità di svolgimento, sono tra quelle espletatili in condizioni di massima sicurezza per la salute dei lavoratori e sostanzialmente senza rischi per la popolazione visto l’annunciata permanenza delle limitazioni agli spostamenti personali e all’utilizzo delle aree a verde. Al contrario, l’esecuzione delle manutenzioni innalzerebbe il livello igienico dei luoghi impedendo il proliferare di specie dannose quali insetti, zecche, ratti, ecc. e l’aggravarsi di patologie allergiche tipiche della stagione;
c) I provvedimenti locali citati non sono sufficienti a evitare i paventati danni, vuoi perché parziali vuoi perché non omogenei sul territorio nazionale;
d) In ultimo ma non da meno, le capacità delle nostre aziende di sostenere le perdite derivanti dall’inattività sono in esaurimento: in assenza di ripresa crescerebbe a dismisura il numero di fallimenti, di disoccupati e di soggetti che dovrebbero ricorrere agli ammortizzatori sociali se non alle ulteriori forme di tutela per la sussistenza.
Confidiamo nell’accoglimento della richiesta – dichiarano il Presidente Gianluca Bartolini e il Segretario Alberto Patruno – inoltrata a nome delle migliaia di lavoratori di un settore importante e che potrebbe proseguire nell’assoluto rispetto di tutte le cautele a tutela della sicurezza degli stessi, senza incidere sugli aiuti economici che il Governo potrà destinare ad attività oggi non sbloccabili.