(Vincenzo Russo – Luisa Allodi) Sono centinaia i musulmani che vivono nell’area a Nord di Napoli. I centri storici di S.Antimo, Grumo Nevano e Casandrino sono diventati veri centri di culto per le comunità islamiche composte da pakistani, nord-africani, arabi. Garage, scantinati, esercizi commerciali che si trasformano in luoghi di preghiera, soprattutto il venerdì alle ore 13.00 quando centinaia di uomini e donne si riuniscono per la preghiera. La comunità di S. Antimo, attraverso l’Imam, ci tiene a precisare al Giornale di Casoria che l’Islam non è Isis, altri invece ci fanno capire che a volte la loro religione viene eccessivamente associata ad immagini di donne maltrattate, costrette a portare il burqa, uomini fanatici e facili alla violenza. Pregiudizi, che circondano in particolar modo gli arabi, che vengono associati alle figure dei terroristi. Tra i circa 300 musulmani, che incontriamo a S. Antimo e che arrivano a piccoli gruppetti per la preghiera del venerdi in via Caduti di tutte le guerre, ci colpisce la storia di un santantimese convertito all’Islam. Una storia della quale vi daremo notizia prossimamente. Tanti, di questi uomini di fede islamica, ci hanno fatto capire che vogliono confrontarsi, non vogliono arroccarsi dietro a false verità o false suggestioni di questi giorni, ci salutano mentre andiamo via battendo la mano destra sul petto, come segno di vicinanza. Arrivati nella vicina Casandrino, comune di 13 mila anime delle quali circa 1200 sono del Bangladesh e del Pakistan, vediamo nella piazza del comune altri islamici che ci raccontano che sono costretti a vivere nei “bassi”, stando in 7-8 persone. Svolgono prevalentemente lavoro di sartoria in piccole fabbrichette, molti non lavorano e la comunità islamica cerca di aiutarli per la sopravvivenza. Uno di loro ci dice che i loro punti di ritrovo in città sono diversi, nei pressi della scuola elementare e dietro il campo sportivo, ma il loro vero centro di riferimento è un pianterreno in via Verdi, luogo utilizzato per gli incontri di preghiera quotidiani. Sognano di realizzare una moschea, anticipandoci che hanno già acquistato il terreno sul quale vorrebbero costruirla. Si sentono cittadini di Casandrino e i loro piccoli frequentano le scuole del paese anche se con molte difficoltà. Dopo aver ascoltato la voce del “forestiero” abbiamo ascoltato anche alcune voci dei casandrinesi, un pensionato, seduto in quella stessa piazza, dopo averci accennato un sorriso ci racconta: “Dobbiamo convivere con questi qua, oramai che possiamo fare, il problema non sono loro ma chi li sfrutta, partendo dai loschi affaristi che ci guadagnano migliaia di euro al giorno per semplici certificati o chi li sfrutta nelle fabbriche”. Passano le ore, cala il buio, la piazza si svuota, restano solo alcuni Pakistani, le loro case sono troppo piccole e per incontrarsi con gli amici devono necessariamente restare in quel luogo, quel ritrovo, privo delle voci dell’italico ospitante, ora diventa il loro “dominio”, si parla, si discute, ci si scambia idee, ci si aiuta, una comunità nella comunità vive, cresce e forse prenderà il sopravvento, intanto gli italiani, dormono il sonno dell’incoscienza perché trascurano quello che “domani” potrebbe diventare un problema.
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Uno sguardo all’Islam
(Luisa Allodi) La popolazione musulmana mondiale conta circa un miliardo di persone. I musulmani credono in unico Dio, negli angeli, e nei profeti partendo da Abramo. Credono nella vita dopo la morte e ritengono che non vi siano barriere tra il mondo secolare e quello sacro. Il loro testo sacro è il Corano, cioè la testimonianza di Maometto su ciò che Dio gli rivelò. Islam è sia religione che stile di vita. Nel cuore di ogni musulmano la religione è al primo posto e scandisce la propria vita secondo un ritmo ben preciso dettato dai “Cinque Pilastri”: la fede, “ Non vi è alcun Dio al di fuori di Dio e Muhammad ( Maometto) è il suo profeta”, la preghiera, da recitare cinque volte al giorno dall’alba fino al calar della notte in qualsiasi posto ci si trovi, la Zakat, ossia l’elemosina verso i bisognosi come segno di purificazione e di crescita, il digiuno, da fare durante il mese di Ramadan (ogni musulmano si astiene dall’alba al tramonto da cibo, bevande e rapporti sessuali), il pellegrinaggio annuale alla Mecca per tutti coloro che siano in grado di adempierlo sia fisicamente che economicamente. La famiglia è il fondamento della società islamica. Pace e stabilità familiare conferiscono crescita spirituale a tutti i membri. Spiritualità alla quale si arriva attraverso il rispetto di alcuni divieti come non mangiare carne di maiale o assumere bevande intossicanti. Il consumo di cibi sani e un corretto stile di vita sono da considerarsi obblighi religiosi.