di Margherita De Rosa – Il 18 maggio u.s., a Casoria, nella suggestiva cornice della chiesa del SS. Sacramento della Congregazione delle suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, alla presenza dell’Abate Ordinario del Santuario di Montevergine, il rev.do Riccardo Luca Guariglia, del Priore della medesima abazia, don Raffaele Pappadia, del Cappellano della menzionata congregazione, don Sossio Rossi, del canonico dell’insigne collegiata di San Mauro Abate, don Antonio Paone, di altri sacerdoti e del neo-diacono Ludovico Silvestri, ben dieci consacrate hanno pronunciato i voti perpetui, in virtù dei quali saranno spose di Cristo per sempre; a seguito dei riti introduttivi, vi è stata la presentazione di ogni singola consacrata, che ha pronunciato la formula per il cui tramite ciascuna si è impegnata a perseverare in tale scelta fino alla morte. Nell’omelia, poi il Presule ha così parlato: «Rev.ma madre Carla, care suore, fratelli di sacerdozio è, questo che stiamo vivendo, un momento di grazia e di gioia, grazia e gioia che toccano il cuore di ciascuno di noi, ma, in verità, è la Chiesa tutta a gioire, in quanto riconosce nella vita di ogni consacrato uno dei doni più preziosi che il Signore elargisce ai suoi figli ed allorché questi rispondono alla sua chiamata è Dio stesso a gioire…Il Signore, tra tante, ha scelto voi, come sue spose per sempre : ora e qui siete dunque giunte come ad una tappa di un lungo cammino, è questo un momento significativo di un progetto pianificato fin dall’eternità. Dio ha pensato a queste sorelle per realizzare il suo progetto d’more, in loro è avvenuto ciò che successe ad Abramo, che su ordine dell’Altissimo, uscì dalla sua terra e si portò laddove Dio gli indicava…allo stesso modo, queste sorelle hanno abbandonato le loro nazioni, sono uscite dal loro guscio, dal proprio ambiente, dal personale progetto di vita e si sono lasciate portare per mano da Dio, rendendosi totalmente disponibili a compiere la Sua volontà. Il Signore ha detto a ciascuna di loro: “Io farò grandi cose in te, se lo permetterai: ti farò mia sposa!” … All’origine della vita consacrata c’è l’immenso amore di Dio e l’unione sponsale con Lui significa diventare partecipi della Sua missione, che consiste nel diffondere il Vangelo così come fecero gli Apostoli: questa è la vita delle consacrate, ognuna deve porsi al servizio della Chiesa e del mondo. La consacrata si impegna in un amore più grande; un amore più generoso verso i fratelli, utile a condividere le verità evangeliche e a testimoniare la sollecitudine verso la sofferenza umana; il loro amore è condivisione e coinvolgimento nella vita degli uomini, vita per la quale esse sperano e desiderano la salvezza. Amate dunque, o sorelle, i fratelli con lo stesso spirito con cui lo Sposo Celeste ama voi….attraverso i voti di castità, povertà e obbedienza voi vi donate a Lui senza riserve, senza condizioni e siete certe che l’amore del Signore è fedele, fedele per sempre: consacrandovi, quindi, impegnatevi, con tutte le forze del vostro cuore, ad esserGli fedeli. Oggi siete animate da grande entusiasmo e mai dovrete dimenticare questo momento di grazia, grazia che va alimentata giorno dopo giorno per rispondere con generosità alla chiamata di Cristo. Non siete sole, care suore, ci sono le consorelle, vi sono vicini, con simpatia e stima, quanti vi conoscono; noi sacerdoti vi accompagniamo con la nostra preghiera perché Dio renda bella e gioiosa la vostra vita di figlie spirituali di Santa Cristina Brando. Auguri dunque a voi, alla Congregazione tutta: che Maria Santissima vi aiuti ad essere spose fedeli e gioiose di Gesù e vi accompagni durante l’intera durata del vostro cammino>>. Ha fatto seguito all’omelia, il rito di consacrazione vero e proprio, nel cui corso il Presule ha chiesto alle ‘consacrande’ il loro impegno e la personale testimonianza nel diffondere nel mondo il Vangelo di Cristo. Al loro “si, lo voglio”, il celebrante ha pronunciato la formula seguente: << Dio, che ha iniziato quest’opera, la porti a compimento fino al giorno di Cristo Signore>>.
Le professe si sono quindi prostrate ai piedi dell’altare per l’intera durata del canto delle Litanie dei Santi, momento, questo, di grande suggestione e profonda emozione per quanti comprendono l’enorme importanza di una simile scelta di vita, che impegna nel mondo appartenendo a Cristo, che, Solo, può colmare di intime gioie spirituali le sue spose, che lo amano al punto di rinunciare ad ogni richiamo mondano, in un tempo in cui la pienezza spirituale è desiderata da pochi e compresa ancor meno dai più, invischiati come sono alla ricerca sfegatata dei beni materiali, ingannevoli e precari, incapaci di appagare e di riempire quel vuoto interiore che si riempie, esclusivamente, facendo spazio nel proprio cuore a tutto ciò che giunge da una dimensione non terrena…successivamente, le consacrate hanno pronunciato i singoli voti di castità, povertà ed obbedienza al cospetto della Madre Generale, suor Carla Di Meo, che, per l’autorità concessale, le ha ascritte alla Congregazione delle VEGS per tutta la vita. Le professe hanno poi ricevuto il simbolo della loro consacrazione e cioè l’anello nuziale. Nella fase conclusiva della celebrazione, una neo professa ha così parlato all’assemblea: << Carissimi, nel riconoscere il dono della consacrazione, sentiamo la necessità di rendere grazie a Dio, che ci ha scelte e, dal profondo del nostro cuore, invochiamo l’aiuto celeste per essere Sue degne spose. Ringraziamo Santa Cristina Brando, che ci ha volute nella sua famiglia spirituale e, come lei, vogliamo espiare dinanzi al Santissimo Sacramento le offese ricevute da Cristo. Siamo certe che Lei è qui fra noi…ringraziamo poi l’Abate, che ha suggellato il nostro “sì”. Le sue parole saranno sempre per noi motivo di riflessione. Allo stesso modo ci accompagnerà la sua benedizione. Un grazie particolare è poi indirizzato a madre Carla, sempre solerte e sensibilissima nel sovvenire i nostri bisogni, pronta a consolare il nostro dolore…Grazie, inoltre, a chi ci ha affiancate in questo cammino: a Suor Loredana, a Suor Nives, a Suor Giocondina, a suor Adelaide e all’indimenticabile Madre Gemma Imperatore. Grazie ancora ai sacerdoti concelebranti, mentre i sensi della più viva riconoscenza vanno ai nostri genitori, che ci hanno formate alla vita cristiana e ci hanno lasciate libere di offrirci a Dio e, anche se alcuni ci guardano ora dal Cielo, siamo sicure che continuano a seguirci con amore. Grazie infine ai fedeli presenti, che hanno sostituito i nostri cari lontani, facendo sì che non ne sentissimo la mancanza>>. E così, tra qualche lacrima e tanti sorrisi, dieci nuove spose di Cristo si apprestano a rendere migliore il mondo con il loro servizio e con il donarsi, giorno per giorno, incondizionatamente, a Dio e al prossimo, sostenute dalla preghiera di ognuno e dalla necessità, che tutti ci accomuna, di incontrare degli angeli, come appunto sono le consacrate, lungo il cammino di una quotidianità spesso triste, complessa, in cui l’angoscia ruba troppo spesso il posto alla speranza e le lacrime cancellano il tempo della gioia…
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