Signor Sindaco, iniziamo da un bilancio di questi due anni e mezzo di amministrazione, ma in particolare vorrei che ci illustrasse le criticità, i punti più caldi che ha dovuto affrontare qui ad Afragola.
I punti più critici non è facile identificarli perché ne sono una molteplicità, ad iniziare dalla struttura della macchina comunale, molto disorganizzata e per certi versi abbastanza inefficiente. Non c’era un sistema organizzato per il monitoraggio delle attività e per la verifica del lavoro effettuato. Si è dovuto fare i conti con una certa approssimazione e superficialità nella gestione delle faccende amministrative. Se avessi avuto uno strumento adeguato avrei potuto fronteggiare prima e meglio le forti criticità che invece ho trovato dal punto di vista delle scelte e delle realizzazioni dell’amministrazione precedente. Quindi due punti critici forti: 1) l’eredità del passato; 2) l’inadeguatezza dello strumento della macchina comunale.
In un’intervista rilasciata pochi giorni fa ha sostenuto che quando si ha la responsabilità amministrativa di un Comune si fa quel che si può fare e non quello che si vorrebbe fare. Bene, siete davvero certi di aver fatto fino ad ora tutto ciò che si poteva fare?
Abbiamo fatto un lavoro enorme di ricognizione della situazione e per quel che riguarda la macchina amministrativa, per venire al punto, vorrei che fosse chiaro che fino a fine 2014, dal punto di vista normativo, non eravamo nelle condizioni di poter modificare l’assetto dirigenziale ereditato dalla vecchia amministrazione. Ho cercato di organizzare la macchina al meglio così com’era in vista di un cambiamento vero quando le condizioni normative me lo avrebbero consentito e oggi siamo nelle condizioni di poter fare questo intervento. Dopo l’estate, come annunciato, metterò mano alla riforma della macchina amministrativa. E’ stata anche presentata la proposta ai sindacati lo scorso giovedì.
Se non fosse il Sindaco di questa città, ma un cittadino qualunque, lei vivrebbe in una realtà come Afragola?
Questo è sempre relativo alla realtà dalla quale si proviene, dagli stili di vita. Io penso che Afragola possa e debba diventare, e questo è il senso della mia presenza qui, un riferimento di organizzazione della comunità dell’area a Nord di Napoli, un modello di sviluppo. Ho due obiettivi in tal senso: 1) creare le condizioni per uno sviluppo di quest’area, a partire dalla realizzazione della stazione dell’alta velocità e dell’area intorno per farne un fulcro dello sviluppo di tutta l’area metropolitana; 2) realizzare condizioni di vivibilità e di qualità della vita che siano adeguati agli standard di una città moderna e civile, obiettivo che richiede tempo e fatica.
In relazione alla vivibilità, cosa propone in concreto?
Le cose più importanti sono due: 1) il rispetto delle regole, condizione imprescindibile anche per il nostro lavoro; 2) creare le occasione per trasmettere alla cittadinanza l’interesse alla tutela delle cose pubbliche, dei beni comuni, perché questo è, secondo me, il maggiore deficit col quale ci scontriamo.
Pensa possa essere fatto attraverso le scuole?
Sicuramente le scuole e delle iniziative ulteriori che dobbiamo mettere in campo per dare un senso forte dell’identità di una comunità e di quelli che sono i patrimoni da salvaguardare. Si tratta innanzitutto di fare in modo che l’amministrazione, con i nuovi programmi che stiamo mettendo in campo, come quello della riqualificazione dell’area San Marco – Saggese, dia il segno concreto del fatto che ci si prende cura dei luoghi e delle persone che per tanti anni sono stati ai margini di quelle condizioni di vivibilità di cui parlavamo prima. Se non si dà il segno di questa attenzione è difficile poter pretendere poi da parte della cittadinanza un riscontro adeguato.
Pensa di aver sbagliato qualcosa nell’approcciarsi ad un ruolo così importante e nuovo per lei in una città problematica come Afragola?
Veniamo da una situazione molto particolare, la memoria storica è una cosa che subito si disperde, purtroppo. Se mi fossi insediato in una situazione normale sarebbe un fatto, ed invece ho dovuto passare molto tempo a studiare lo stato delle cose e riprogrammare l’azione amministrativa. E l’ho fatto con una dedizione assoluta. Ho passato molto tempo a leggere una serie di fascicoli, ne cito alcuni: Ikea, PIU Europa, Tav, Cimitero, Pubblica Illuminazione. Cosa è uscito fuori? Spieghiamolo ai cittadini. Per il fascicolo PIU Europa, ad esempio, posso dire che avevamo Afragola nelle condizioni peggiori. Il PIU Europa qui era destinato ad affondare per impraticabilità di campo. Invece abbiamo ottenuto dalla Regione una rimodulazione e ci siamo concentrati solo sui progetti realizzabili. Abbiamo fatto due piazze, il palazzo municipale, che spero di poter vedere consegnato all’amministrazione prima dell’estate, con anche una rivisitazione del progetto rispetto a come lo avevano fatto loro, perché il loro progetto riguardava solo un piano e mezzo. Nella parte superiore abbiamo tirato fuori le murature, le travi storiche e faremo una sala di esposizione e di conferenze bellissima. Addirittura, ho dovuto costituire l’ufficio PIU Europa che non esisteva e creare lo strumento per agire. Ancora, abbiamo avuto col Presidente della Regione Campania De Luca un incontro questo martedì insieme agli altri sindaci del PIU Europa della Campania. Per i progetti al di sopra dei 5 mln di euro ci sarà la copertura nella nuova programmazione 2014-2020. Per far ciò si firmeranno degli accordi in base alla fase di avanzamento dei lavori e perfezionamento delle pratiche. Posso dire con orgoglio che nella giornata di lunedì a firmare saranno i comuni di Portici, Afragola e Pozzuoli, il che significa che Afragola è nella squadra di testa del PIU Europa, laddove era il fanalino di coda quando sono arrivato. Un riconoscimento molto significativo.
Come l’ha vissuta la sfiducia sul piano personale, come un’onta? Se l’aspettava l’assenza di NCD?
No, non per me, ma un’onta più per chi l’ha fatta e non la sfiducia in particolare, ma quel tentativo squallido ed opaco di raccolta di firme per buttare giù l’amministrazione. Poi, quest’onta, che non è andata a segno, si è trasformata in una mozione di sfiducia e lì c’è stata la scelta di NCD di non venire in aula, che è stata una cosa sgradevole. Se l’aspettava? No, non me lo aspettavo per niente, anche perché non mi era stata neppure comunicata, quindi non è stata una cosa che ho apprezzato, però il passaggio è stato fatto, è stato chiarito tutto in riunione di maggioranza.
Sì, lei ha parlato di risoluzione del problema sul piano politico attraverso un cambio di metodologia. C’è un malumore all’interno della maggioranza o no?
No, c’è stato quest’atto del gruppo NCD. Motivato? No! Motivato a posteriori? Sì! Cosa vuole NCD? Hanno chiesto che ci sia nelle decisioni che assumono il Sindaco e la Giunta maggiore collegialità e approfondimento preventivo della maggioranza sui temi più rilevanti. Io non ho avuto alcuna difficoltà a dire che avremmo incrementato anche gli incontri, infatti ne abbiamo avuti diversi, sia sulla macrostruttura, sia per la questione di Galleria Santa Chiara e le Salicelle. Penso ci siano le condizioni per operare bene e il bilancio lo ritengo positivo, perché una certa stabilità l’abbiamo assicurata dal punto di vista politico.