Si tornerà in aula il 9 marzo, per il processo del crollo della palazzina di via Calvanese che costò la vita ad una giovane coppia di coniugi e ad un’anziana a seguito di una sospetta infiltrazione di acqua sotto le fondamenta. Alla ripresa del dibattimento (che al momento è stato sospeso per impedimento di uno dei giudici chiamato in Corte d’Appello) non sono da escludere colpi di scena tenuto conto dell’andamento del dibattimento che si è caratterizzato per le dichiarazioni di diversi testi che a più riprese hanno indicato fatti, circostanze e protagonisti sconosciuti nella fase delle indagini preliminari. Nel corso del lungo dibattimento sembra essere venuto fuori l’ipotesi che il crollo della palazzina in via Calvanese sia da addebitare ad un cattivo funzionamento del sistema fognario interno all’immobile franato, come detto, a causa delle infiltrazioni d’acqua. Tenuto conto della gravità delle accuse per la maggior parte degli imputati (disastro colposo) la partita è decisamente dura. Nel corso delle udienze è stato rimarcato che il titolare dell’impresa CostRame, affidataria del servizio di manutenzione ordinaria del sistema fognario cittadino, ha sempre fatto quanto previsto nel capitolato d’oneri. Di certo i legali delle parti civili costituite, daranno battaglia per vedere pendere dalla loro parte la bilancia della giustizia, puntando a farsi riconoscere un congruo risarcimento danni. A coordinare la delicata inchiesta fu il Pubblico Ministero Giovanni Corona che iscrisse nel registro degli indagati 21 persone tutte accusate di omicidio colposo, lesioni colpose e crollo di costruzioni. La sentenza è attesa dopo la primavera.

Afragola. Crollo in Via Calvanese, in aula il 9 Marzo.
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