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Casoria – Volla. Materiali nocivi sversati nel Sebeto.

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ph. M. Molino

Nella giornata di ieri, domenica 22 febbraio, tutte le unità di protezione civile casoriane, sono state impegnate nel controllo degli argini del fiume Sebeto, a causa delle pesanti piogge che ne hanno innalzato i livelli di criticità.  Il fiumiciattolo si trova in Via Lufrano e separa le città di Casoria e Volla. Il presidio è andato avanti tutta la mattina e un secondo controllo è stato effettuato nel primo pomeriggio. Proprio nel controllo pomeridiano, le unità di volontari, recatesi sul posto, hanno constatato che i livelli di criticità erano ritornati nella norma, ma la superfice del fiume era diventata uno strato melmoso e putrido dalla puzza acre e nauseante. Il colore e la puzza asfissiante hanno fatto pensare fin da subito ad una massiccia presenza di idrocarburi di vario genere. L’evento, considerato fin dall’inizio grave e pericoloso per l’ambiente e per la salute dei residenti, ha indotto i volontari ad informare le autorità competenti. Prontamente, la redazione de “Il giornale di Casoria”, presente sul posto, ha ripreso quanto visto con un ampio reportage fotografico e intervistato gli abitanti di zona, i quali hanno affermato che ormai da diversi anni la situazione è quella descritta sopra. Situazione più volte segnalata alle autorità di competenza, ma non sono mai state prese misure adeguate. Purtroppo, la situazione diventa estremamente complessa, in quanto il Sebeto attraversa un’area vastissima che varia tra Caserta, Pomigliano d’Arco, Taverna Nova, Casoria, Volla, fino ad arrivare in mare aperto. Al momento non è chiaro da dove provenisse l’onda di idrocarburi, ma potrebbe trattarsi, dalle prime ipotesi, di sversamenti di materiali nocivi. Sul posto erano presenti sia gli agenti di polizia municipale sia gli agenti dell’arma dei carabinieri. Una volta accertatisi della presenza di materiali nocivi, hanno avvertito l’ASL, che questa mattina effettuerà i primi rilevamenti per, successivamente, mettere in moto le operazione di bonifica e per fermare in tempo la piena melmosa.

“Eravamo venuti solo per il controllo degli argini, ma quello che abbiamo trovato va oltre le nostre competenze ed era nostro dovere informare le autorità preposte. Speriamo si possa venire a capo di questa situazione, anche perché le persone qui ci vivono e abbiamo notato anche un pozzetto sul corso del fiume con delle tubature collegate. Speriamo non vengano utilizzate per irrigare i terreni circostanti o peggio ancora per uso domestico” ci spiega il presidente della “Folgore” Pompilio Alessandro Lido.

“Per precauzione abbiamo raccolto anche noi il nostro campione di quest’acqua. Lo porteremo ad analizzare con la speranza che si possa fare qualcosa di concreto per limitare i danni”. Conclude la geologa della medesima associazione di protezione civile, Anna Ricciardi.